da Giannò e figlio Marco Randazzo
Tra le località marittime che annovera Palermo, una tra le più folcloristiche, rimaste apparentemente intatte nel corso della storia, è senza dubbio quella di Sferracavallo: un piccolo borgo, con tanto di porticciolo ai piedi di Monte Gallo.
La borgata è nota ai siciliani oltre che per la festa dei Santi Patroni, Cosma e Damiano, per i numerosi ristorantini in riva al mare che servono per lo più pesce fresco e gradevoli altre pietanze.
Tra questi locali, presente da tempo immemore, è quello di Giannò e figlio Marco Randazzo, il primo sulla piazzetta a godere di uno scenario incantevole.
La bellezza del panorama è davvero di alti livelli: non capita tutti i giorni di avere come tuo commensale il mare. Ad accoglierti, lungo la strada, giovani ed educati ragazzi che oltre alla mansione di cameriere svolgono, in maniera impeccabile, anche quella di “butta dentro”.
Il titolare, ora il padre, ora il figlio, girano tra i tavoli seppur con mille incombenze, attenti che tutto sia al posto giusto. E’ una vita che fanno questo mestiere, circa 150 anni considerato che il pioniere dell’attività è stato il nonno Marco, un pescatore con intuito imprenditoriale. Il suo pescato, e sopratutto i ricci venivano venduti qualche metro più avanti accompagnati da caldo pane fresco quando non portati in bici nella più ricca borgata vicina di Mondello.
Ieri come oggi il riccio di mare insieme al polpo bollito sono i veri padroni di casa.
Sei a Palermo eppure, seduta in quel locale, tra pane e pesce fresco ti sembra di essere in un altro mondo, il tempo viene diluito tra i sorsi del vino, rigorosamente bianco, per accompagnare le pietanze a base di pesce.
Sei a Palermo e c’è il mare eppure questo sembra un paradosso.
A Palermo infatti il mare spesso lo si dimentica perchè non lo si vede, non lo si sente eppure in quel luogo è impossibile non accorgersene.