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AV01, Grazie

La gratitudine è il risultato della gratia ricevuta, senza gratia non c’è gratitudine, il principio sta sempre nella gratia ricevuta; la gratia rientra nell’ordine delle esperienze straordinarie e straordinaria è ogni fase della propria esistenza in cui ci si accorge di trovarsi contemporaneamente in se e fuori di se, in cui si è spettatori della propria stessa scena.

Straordinario è ogni debutto, le repliche invece rientrano sempre, per definizione, nell’ordine della normalità.

AV01 segna un debutto e rientra tra le grazie ricevute. Paradossalmente, AV01, vino di matrice essenzialmente laica perché eretica, è il risultato tangibile, o meglio bevibile, di un percorso intrapreso grazie ad una serie di incontri prima casuali poi meno. AV01 è un vino che nella sua matrice originaria da concretezza a parole spesso abusate come convivialità, scambio, relazioni, amicizia, rispetto ed empatia.

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Mi spiego, Eric lo incontrai per la prima volta tanti anni fa, troppi. Allora, purtroppo, non ebbi l’intelligenza emotiva di cogliere la profonda umanità che gli è propria; nonostante ogni umano, debba essere dotato, per definizione, di una certa dose di umanità, ogni singolo uomo ha una specifica dotazione ed Eric, poiché la media deve tornare sempre, ne ha molta di più di tanti altri.

La vita è stata generosa e mi ha dato l’opportunità di incontrarlo nuovamente, più recentemente, al momento giusto. Non ho commesso lo stesso errore di prima, ne colsi immediatamente le grandi doti umane, le evidenti capacità professionali e… non lo lasciai più!

Eric mi ha insegnato con modestia, e nessuna presunzione o supponenza che il vino è prima di tutto “energia”, così come ogni essere umano è prima di ogni cosa rappresentato dalla propria personalità, non importa quale, importa solo che ne abbia una per essere apprezzabile.

Gli ignavi così come i vini anonimi meritano compassione e rispetto ma non possono stare dentro l’orizzonte della nostra operatività e della nostra quotidianità. Noi siamo chiamati ed essere qualcuno ed a fare qualcosa, i nostri vini devono avere personalità distintiva, essere imperfetti come qualunque mortale ma vivi ed autentici, veri.

Su questi presupposti è iniziata l’avventura, la nuova commedia, quella in cui facevo il regista di me stesso. Durante il percorso ho incontrato volti amici e sguardi perplessi, anche di amici che rispetto e che rispettano  me ed il mio lavoro, che mi vogliono bene ed a cui il bene è ricambiato sempre e comunque. Mai atteggiamenti ostili, al limite beffeggianti ma si sa, la commedia deve far ridere…

Ho incontrato Dario, rispettoso, sempre corretto, che con la sua flemma da carrarmato stacanovista, a Londra,  tra un giro ed un altro ha mestamente perorato la causa dei vini non convenzionali invitandomi a provare, provare e provare; l’esempio si sa è il migliore maestro…

Insieme a noi, in queste infinite e piacevolissime esperienze organolettiche c’era spesso Francesco, arguto, colto, sottile e giustamente snob, ha contribuito e migliorare la mia ancora modesta capacità di valutazione in un paradigma degustativo che fino a poco tempo fa oltre ad essere estraneo mi era anche ostile, e come spesso capita ostile solo perché sconosciuto, che stupido!

Da Francesco a Giuseppe, intellettuale, ricco di contributi per la mia inesauribile curiosità intellettuale, stimolante per la sua creatività senza confini ma solida e meditata, amante della vita e dei suoi piaceri fine conoscitore di persone e cose, di cibo, di vino e non solo…

Alla fine Aldo, competente come pochi; in questo campo, in Sicilia, forse come nessuno. A tratti apparentemente scostante, solo apparentemente però. Aldo può apparire burbero perché timido ed introverso ma in realtà nasconde una personalità solare, è un uomo generoso ed amante della vita, della vigna e del vino, del suo vino della sua vigna, delle nostre vigne quelle alcamesi, basse ad alberello, o più alte a controsaplliera, ma sempre e comunque di Catarratto.

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Lui e solo lui poteva rappresentare l’alter ego capace di fare ciò che io al massimo riesco a pensare ma si sa la vità è praxi, e le cose pensarle non basta; bastava al demiurgo forse . No, in realtà nemmeno a lui, aveva comunque bisogno della Kora affinchè potesse fare si che le cose esistessero.

Ogni cosa per venire alla luce, per esistere, nel senso letterale del venire fuori, ha bisogno tanto dell’uno quanto nell’altra, pariteticamente. La solitudine è sterile, sempre.

Ed ora che AV01 è venuto alla luce ha trovato sostenitori, ha trovato estimatori, Franco in testa che ci ha creduto fin da principio al punto da rischiare in proprio finanziando in maniera decisiva la nascita del progetto e poi, Gaspare, Nino, Franz, Pasquale, Toti, Michele, Enzo, Davide, Giuseppe ed Alessandra, Carlo, Marcello, Livia, Luigi, Tania, Pinuccio, Mauro, Ciccio, Leonardo e Luciano, Francesco, Garech, e non solo la lista sarebbe troppo lunga e di conseguenza noiosa.

La vittoria ha molti padri, ed in un preciso momento storico politico in cui avere solo padri così come solo madri, rischierebbe di essere un pregiudizio, questa vittoria ha per me ancora più valore.

Grazie a tutti.

Andrea Vesco