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#nonsolovino intervista Elisabetta Castagnetta

La ceramica è la materia che, come il vino, incarna il profondo legame tra l’uomo e la terra, archetipo dell’artigiano. Un canale preferenziale, attraverso cui l’estro si sintonizza con l’elemento naturale. Elisabetta Castagnetta, giovane ceramista palermitana, ne ha fatto la sua ragione di vita. Nel suo laboratorio a Palermo omaggia, ripensa, ricrea costantemente la sua Sicilia, calibrando passato e presente, ripercorre la tradizione ma con la voglia di andare anche oltre gli schemi. In questa intervista, l’artista tanto amata e apprezzata anche fuori dall’Isola, si ci racconta un po’ di sé e cosa significa essere oggi ceramista. 

Perché hai scelto di essere una ceramista?

1. Amo l’arte da sempre, ricordo che fin da quando ero piccola ogni superficie diventava per me una tavola da disegno. In certo qual modo penso che siano state le ceramiche a scegliere me. Quando fui contattata da un noto ceramista e mi propose di lavorare per lui non ebbi alcuna esitazione. Una volta essendo stata catapultata nel mondo delle ceramiche me ne innamorai e compresi che quella era la mia strada, fino a capire che avrei voluto avere la possibilità di avere un mio laboratorio dove potere esprimere tutta me stessa . 

Ti definisci più artigiana o artista?

2. Mi piace definirmi artista. “Chi lavora con le mani è un operaio, chi lavora con le mani e la testa è un artigiano, chi lavora con le mani, la testa e il cuore è un artista”, lo diceva San Francesco d’Assisi ed esprime al meglio ció che penso. 

Cosa ti ha insegnato l’arte della ceramica? 

3. Mi ha insegnato quanto sia importante il contatto uomo-natura. Trovo che sia magico che da una zolla di terra, e tramite l’estro dell’uomo, possa nascere una testa o una pigna.

Come nascono le idee? Come le metti in atto? 

4. Le mie idee nascono soprattutto dalla voglia di distinguermi e di mettermi in gioco. Le più grandi fonti di ispirazione sono i miei viaggi in Sicilia e anche i miei sogni. La maggior parte dei decori e delle nuove linee che creo sono ispirata alla Sicilia terra che amo profondamente (es. decoro carretto, ortigia, panarea).

Cosa ti piace di più di questo mestiere?

5. La possibilità che mi dò di potermi trasportare in un altro mondo così riesco ad immergermi in una realtà fatta di sensazioni ed emozioni. In questo mondo non esistono regole ma solo emozioni. Questo mestiere mi ha dato la possibilità di trasformare i momenti bui in pura creatività.

Chi sono i tuoi modelli?

6. I ceramisti che ammiro sono tutti coloro che hanno il coraggio di osare seguendo il proprio intuito e rischiando di non essere compresi dai più. Infatti, ho sempre cercato di trovare la mia strada, e la mia arte, riuscendo a rispettare e riprodurre la tradizione imparando da essa il rigore per poi trasformarlo in qualcosa che non esistesse prima. Rispetto tantissimo la tradizione e nel mio laboratorio è sempre presente l’angolo dedicato ad essa. Il mio obbiettivo è sempre stato quello di distaccarmi dalla mera riproduzione cercando di aggiungere sempre qualcosa che mi rappresenti. 

Hai creato una nuova linea dedicata a Santa Rosalia. Ci racconti il progetto?

7. Santa Rosalia nasce dalla voglia di essere riconosciuta come ceramista Palermitana, e qual’è il simbolo di Palermo se non quello di Santa Rosalia? L’ho sognata tanto. Volevo creare un’opera unica, contemporanea attraverso cui esprimere il senso di appartenenza alla città e uscire dagli schemi dell’arte maiolica del passato. 

Sei una giovane mamma, è stato facile conciliare i due mondi, casa e laboratorio?

8. Ovviamente non è stato assolutamente facile, ancora oggi mi pesa il fatto di non essere stata presente per come avrei voluto nella vita di mia figlia. Un lavoro come il mio, soprattutto nei primi anni di attività ed essendo sola, ha richiesto molti sforzi e sacrifici. Quando i figli sono più piccoli hanno bisogno di più attenzioni e continue rassicurazioni. Mi ricordo in particolar modo una volta che mia figlia ritornando da una festicciola mi disse: “ Come mai alle feste degli amici ci sono sempre quasi tutte le mamma e tu non ci sei mai”? In quel momento mi si spezzó il cuore,  andavo però avanti con la consapevolezza che quello che stavo facendo era anche per costruire un futuro migliore per mia figlia. Volevo che un giorno sarebbe potuta essere fiera di me in quanto donna, in  quanto artista e imprenditrice. Proprio pochi giorni fa mi ha detto che è “ orgogliosa di me”, questo ha ripagato  tutti i miei sforzi.

Le tue ceramiche parlano di Sicilia, sei diventata una delle narratrici più apprezzate. Secondo te quale è oggi il modo migliore per comunicare questa terra? 

9. La sicilia per me è continua fonte di ispirazione. Amo Palermo. E’ una città che ha bisogno di essere valorizzata, amata ed apprezzata. Con la mia arte cerco di portare i sapori, colori ed odori della Sicilia. Grazie a questo lavoro ho la possibilità di raccontare la Sicilia anche tramite le nostre leggende (come quella delle teste di moro) e le tradizioni (come quella delle pigne).

Hai intrapreso questa strada da giovanissima, un consiglio ai ragazzi? 

10. Quello che mi sento di consigliare è di seguire sempre il proprio cuore , la passione e di non arrendersi alle prime difficoltà, perchè solo con sacrificio e determinazione si ottengono i risultati 

desiderati. Ho sempre pensato che per chi semina bene, è solo questione di tempo.

Progetti per il futuro?

11. Non mi piace pensare ai progetti come qualcosa proiettato nel futuro prossimo. I progetti li costruiamo giorno dopo giorno. Mi piace sognare, ma soprattutto sono una donna donna con i piedi per terra, ogni passo che ho fatto è stato sempre ponderato.