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La raccolta delle olive 2019

Da poco terminata la vendemmia, a Pattipiccolo, ad Alcamo, nei terreni dell’azienda agricola Rallo, si è ancora in fermento: lasciati i filari di vite, sotto il piacevole sole isolano, lo scorso giovedì, si è dato il via alla raccolta delle olive.

L’olivo in Sicilia ha una lunghissima storia iniziata al tempo della Magna Grecia consolidata in epoca romana e in alcune zone ulteriormente approfondita durante il periodo della dominazione araba.

Alberi contorti, bitorzoluti, dai tronchi non di rado cavi, seguono la regia di madre natura dove l’impegno costante dell’uomo e le moderne tecniche colturali indirizzano ed equilibrano la produzione in modo razionale.

Mani tese in alto, che scuotono, battono, sembrano rivolgere il loro plauso ai frutti di una natura che, anno dopo anno, le cerca, le accoglie, le premia.

Nel cuore di Pattipiccolo si estendono oltre sei ettari coltivati a cerasuola, una delle regine fra le cultivar della DOP Valli Trapanesi.

E’ una storia reale, fatta di persone e fatti concreti, resa possibile dal nostro ineguagliabile territorio: un lavoro unico nel suo genere, consolidato da prassi e da consuetudini che si perdono nella notte dei tempi.

Ed è proprio questa aspettativa, questo senso di attesa che ogni anno dà vita ad una corsa all’oro, corposo, non filtrato dai profumi intensi, terreni.

La cerasuola è una varietà delicata e gioca sulle nuance mediterranee di timo, origano, rosmarino e una nota di pomodoro rosso maturo. In bocca intenso e fresco, dall’aroma fruttato, erbaceo che richiama il carciofo o la foglia di pomodoro.

Anno dopo anno, tanti uomini si ritrovano su questa terra, interamente coltivata in regime di agricoltura biologica, per produrre, tra gli altri, un olio che parla il linguaggio della vita.

Albero sempreverde, da sempre retaggio del paesaggio siciliano, l’olivo, in collina protegge il suolo  sia con le sue radici, trattenendolo e impedendo le frane, sia con la chioma, proteggendolo dalle piogge battenti e inoltre assicura il mantenimento di una preziosa biodiversità.

Quando per qualsiasi ragione un albero di olive muore, dalla base del suo tronco, riparte sempre un pollone.

Un olio quindi che parla la lingua del ciclo della natura e della vita, dell’operosità e della dedizione umana.