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Passito di Pantelleria

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Passito di Pantelleria

Una terra nera, frastagliata, tagliente come un rasoio, una terra in cui il vento batte sempre, spesso a burrasca, da una parte o dall’altra. In cui non c’è un albero più alto di trenta centimetri perchè altrimenti il vento lo sradica, in cui le terrazze a vigna sono a volte così secche che il vento alza quello che noi siciliani chiamiamo “pruvulazzu”, polverone, sabbia, terra sconfitta nebulizzata e soffiata. Dappertutto la roccia nera e ocra, a strisce rosse, solcata dal giallo dell’erba secca e dal verde a pois della vigna, che ingrassa se coltivata e si abbarbica quando è abbandonata, una delle poche forme di vita vegetali che qui, chissà perchè, nonostante tutto, prospera.

I suoi forti contrasti di luce, colline e terrazze che incuriosiscono già dall’alto.
In questa terra circondata dal mare si fondono in una strana armonia le rocce nere e appuntite, verdi pendii, lo splendido turchese dello Specchio di Venere o del mare che bagna l’isola lungo il perimetro.
Pantelleria, l’isola più grande al largo della Sicilia, l’ultimo avamposto al centro del mediterraneo, crocevia privilegiato e ponte tra le coste della Sicilia e quelle dell’Africa.
D’eccezione l’ambiente, unico nel proprio genere.
Spettacolare la coltivazione della vigna, allevata fino all’ultimo centimetro in condizioni estreme ed in geometrici terrazzamenti a picco sul mare, sorretta e protetta dai venti che soffiano imperiosi, dagli scenografici muretti di pietra a secco.
Pantelleria, abitata e scoperta dagli arabi che vi portarono, coltivandolo, il Moscato di Alessandria, nell’isola conosciuto come Zibibbo. Un autentico gioiello quello che ne deriva. Un vino legato indissolubilmente alle caratteristiche ambientali dell’isola.
A Pantelleria, tra i tipici dammusi e gli inesauribili cespugli di cappero, i vigneti sono coltivati ad alberello in un clima caldo e molto ventoso, in terreni scuri di origine vulcanica.
Le uve Zibibbo vengono vendemmiate e appassite sotto il sole rovente, sistemate sulle stuoie; si ottiene così un prodotto con una gradazione zuccherina tra il 32 e il 65%.
L’uva passa viene quindi aggiunta al mosto fiore dopo circa 20 giorni dall’inizio della fermentazione primaria.
Dopo 30 o 40 giorni, il prodotto viene fatto riposare in botti di rovere.
Vini di grande concentrazione complessi. Vini dagli intensi profumi mielosi e fruttati, elegantemente speziati, di evidente struttura, dall’infinita persistenza aromatica.

ll candore dei dammusi,
i contrasti di luce, una terra circondata dal mare.
Colori morbidi, di uve stese al sole.
Nodo intrecciato di canapa indiana.
Dimora del vento, aspra e feconda.
Conche di lava, fertile grembo.
Tinte vellutate, soffici, senza spigoli.
Il nostro Passito di Pantelleria.