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Una nuova etichetta per Rallo

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Una nuova etichetta per Rallo

Da quante angolazioni può essere raccontato un bicchiere vino?

Possiamo farlo dal punto di vista del degustatore, professionista o meno, che evidenzia pregi e difetti del prodotto, o ancora, disquisendo dell’uva con la quale è stato creato, oppure, possiamo appassionarci nel sentir raccontare la storia della terra in cui è nato e degli uomini che lo hanno, pensato, voluto, realizzato.

Dentro ogni bottiglia esiste un racconto: il racconto di un territorio, di una tradizione, di una identità e l’etichetta, se ben pensata, è solo il suo inizio, ciò che ti incuriosirà al punto da spingerti “a leggere”. 

Nella nostra azienda di storie da raccontare ne abbiamo tredici e il 2020 vedrà la nascita di una nuova etichetta.

In un mercato di vini dove la qualità è ormai diffusa, la differenza con i concorrenti, almeno in prima battuta, la si gioca proprio con l’etichetta; se il gran lavoro che ci sta dietro riesce a trasformarsi in un messaggio semplice e diretto si è allora raggiunto lo scopo.

Sapere aggiungere alle qualità organolettiche del vino un racconto che lo renda veramente unico è quello che fa la differenza, soprattutto se nel messaggio si riesce a trasmettere un’emozione, un coinvolgimento, chi siamo, che cosa facciamo e perché.

Ogni vino racconta una sfaccettatura dell’Azienda di cui fa parte, una sua espressione o una sua caratteristica. Oggi il vino ha mille sfaccettature, tanti produttori capaci e tante varietà autoctone in grado di raccontare grandi storie. Ma questo non ci demoralizza affatto, anzi, ci entusiasma e può solo spronarci a fare, ancora una volta, qualcosa in più. 

La nostra storia è legata ad Alcamo, alle sue terre, alle sue colline. Anche il nuovo vino lo sarà. 

Oggi siamo ancora a degli schizzi da elaborare e nuove idee da sviluppare, più avanti entreremo nel dettaglio, cureremo le sfumature e daremo peso ad ogni singolo elemento.

Giocheremo non solo per farlo, ma anche per metterci alla prova. Sarete voi, come sempre ad avere l’ultima parola.