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verticale di BELEDA, annate 2015, 2017, 2019

Il Beleda è un Cataratto in purezza, fiore all’occhiello del vitigno di Alcamo.

La sua etichetta dalle sembianze di una carta stropicciata mostra, attraverso tre lamine dorate, le porzioni di terra coltivate a Catarratto come viste da un satellite.

Il nome Beleda è un aggettivo risalente al 1185 adoperato dal pellegrino andaluso Ibn Jubair nel suo Diario di Viaggio per definire la città di Alcamo intendendo con tale termine cittadina con mercato e moschea, un vino che vanta le medaglie dei Tre Bicchieri del Gambero Rosso sia per la vendemmia 2013 sia per quella del 2015 e del 2017. 

Ed è proprio su questa referenza nelle annate 2015, 2017, 2019 che Rallo propone oggi sul mercato una Verticale.

Il Catarratto è uno dei principali vitigni a bacca bianca siciliani e sebbene sia ampiamente diffuso in tutta la regione, la sua zona elettiva è sicuramente il trapanese; a Pattipiccolo noi di Rallo lo coltiviamo per 16 ettari e costituisce il nerbo della nostra produzione alcamese.

Per lungo tempo quest’uva è stata la protagonista, insieme all’insolia e successivamente al grillo, del grande vino Marsala, tuttavia il declino di questo vino fortificato ha portato al progressivo abbandono della sua coltivazione, preferendo vitigni internazionali commercialmente più conosciuti e remunerativi, pur rimanendo il Catarratto l’uva a bacca bianca più coltivata in Sicilia e seconda in Italia solo al Trebbiano Toscano.

Negli ultimi decenni il Catarratto ha lentamente riconquistato un ruolo di primo piano tra i bianchi dell’isola. Diverse sperimentazioni hanno portato a una rivalutazione di questo vitigno in grado di prolungare la sua vita al di là dell’annata di uscita grazie alla sua elevata acidità. 

L’Azienda Agricola Rallo crede molto in questa cultivar e la considera una varietà dalle potenzialità ancora inespresse.

Tutto, come sempre, ha inizio dalla terra.

Le uve che meglio si prestano ad affinamento devono avere preferibilmente basse rese, devono arrivare alla maturazione fisiologica ottimale e massima attenzione deve essere prestata a tutte le fasi della vendemmia, anche durante il trasporto perché l’uva deve arrivare in cantina perfettamente sana. 

Segue una pressatura soffice per evitare un rilascio eccessivo di sostanze come catechine e antociani, prime cause d’ossidazione. 

Occorre infine mantenere il ph basso ma una mineralità elevata, tipica della cultivar.  Pulizia statica dei mosti, utilizzando la tecnica del freddo. 

La temperatura di fermentazione è come sempre, controllata.

L’affinamento del vino avviene sui lieviti che periodicamente vengono rimessi in sospensione. Infine, segue l’affinamento in vasca d’acciaio.

E’ importante la buona struttura in grado di resistere al tempo. La freschezza, o acidità, è l’elemento che fa la differenza: più passa il tempo e più cala questa sensazione spostando l’equilibrio sempre più verso la morbidezza. 

Condividiamo con voi la nostra degustazione. Versando l’annata 2015 nel bicchiere il vino apparirà giallo paglierino intenso con degli spiccati riflessi dorati, ci si rende conto di come le durezze del vino tendono a smorzarsi, i tannini si fanno più morbidi e setosi, gli acidi perdono la loro spigolosità ma senza perdere la nota fresca e minerale tipica del vitigno e il vino diventa armonioso e complesso.

Sorseggiando il bicchiere dell’annata 2017 noteremo come Il bouquet fresco e fruttato non viene meno tuttavia grazie alla notevole acidità, al buon corpo e struttura, evolve verso note di grande fascino in cui spiccano quelle di agrumi, di fieno, e la macchia mediterranea fa da protagonista.

ll Beleda vendemmia 2019 è indubbiamente il più irruento, saremo colpiti a naso da nuance che evocano la mandorla, i fiori di campo, il glicine, le erbe medicinali. In bocca lo troviamo teso e di carattere, di succosa e rara mineralità innervata in un frutto opulento e raffinato. 

Una verticale assolutamente da provare.

In edizione limitata, la verticale di Beleda sarà composta da due bottiglie per ogni annata.